COSA PENSO
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La Svizzera che amo e la Svizzera che vorrei
Dai sistemi di governo delle Nazioni che ci circondano ci distingue la democrazia diretta, che trova la sua espressione massima nel diritto di referendum. Il popolo è sovrano a tutti gli effetti. Una democrazia del confronto, nella quale dobbiamo assumere posizioni sempre più chiare, ma il nostro reciproco rispetto non deve vacillare.
La Svizzera è un Paese che è evoluto nei secoli, ma sempre con la saggezza del popolo sovrano, che ha saputo e sa essere molto deciso nelle sue prese di posizione, a volte inspiegabili ai nostri vicini (penso alle corna delle mucche) e a volte anche a noi stessi. I principi cardine della nostra cultura sono il lavoro, l’impegno, la responsabilità, l’attenzione verso le fasce più deboli della popolazione.
Oggi facciamo fatica a seguire l’evoluzione dei tempi, fors’anche troppo veloci per potervisi adattare. Ma i valori dell’aiuto reciproco e della solidarietà, rimangono indiscutibili.
La Svizzera e le sfide globali
Molti temi hanno assunto un respiro e delle implicazioni globali (cito il tema degli stranieri, dell’approvvigionamento energetico, del cambiamento climatico, dei trasporti, del ruolo della Svizzera nei rapporti con gli stati vicini e della sua funzione di mediatrice).
Vorrei una Svizzera che sappia offrire a tutti i suoi giovani il miglior futuro possibile. Alle persone attive un posto di lavoro dignitoso e retribuito correttamente, e per tutti la pace sociale.
Queste sono condizioni che vanno preparate con l’impegno di ognuno.
Abbiamo una sanità accessibile e disponiamo di un’assicurazione vecchiaia e invalidità costruita sul principio della solidarietà, temi per i quali s’impongono importanti riflessioni, considerato il progressivo invecchiamento della nostra popolazione.
Il valore della solidarietà deve prevalere anche nei rapporti fra i Cantoni, fra le Regioni più e meno povere, e fra i Comuni. È dunque assolutamente indispensabile continuare un intenso dialogo fra il nostro Cantone, gli altri Cantoni, i Comuni e la Confederazione.
La voce del Ticino a Berna
La particolare posizione geografica del Ticino impone scelte maggiormente rispettose della nostra realtà per meglio proteggere il mercato del lavoro cantonale. (proposte?) Certo, a volte, si ha l’impressione che Gran Consiglio e Assemblea federale siano un po’ lontani dalla vita dei cittadini.
Personalmente ho avuto il privilegio di servire per oltre trent’anni in un Comune, come sindaco e prima come vice e municipale. Questo lungo impegno nella politica di prossimità mi ha permesso di rendermi conto dei bisogni della gente, che intendo portare a Berna.
Ho poi assunto la carica di presidente dell’Associazione Comuni ticinesi e sono membro del comitato svizzero. In quest’ultima veste ho iniziato a seguire più attentamente, con l’occhio dei Comuni, i lavori dell’Assemblea federale.
I 16 anni in Gran Consiglio mi hanno consentito di maturare esperienza su diversi temi cantonali. Oggi, dopo questa lunga esperienza nei due livelli istituzionali, mi sento pronto per affrontare, con impegno, i temi che si pongono a livello federale portando il mio contributo personale e politico.
Le sfide da affrontare
Il nostro Paese deve affrontare importanti sfide in ambito economico, ambientale e di sicurezza. Intendo impegnarmi per uno Stato che abbia maggior fiducia nelle sue capacità, nel buonsenso, e nella lungimiranza dei cittadini, con perseveranza, lavoro e responsabilità.
La Svizzera è un piccolo grande Stato. Abbiamo la forza e le competenze per riuscire, e possiamo primeggiare in molti settori. Ma solo se continueremo a fondare la nostra azione politica sul lavoro, l’impegno e la solidarietà.
La sicurezza passa dalla prossimità
Ecco perché è fondamentale mantenere le Polizie comunali
I Comuni ticinesi, per il tramite della loro Associazione (ACT) e dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi, hanno spiegato l’importanza della polizia comunale sui loro rispettivi territori, così da permettere ai Municipi di gestire la funzione di prossimità.
È stato creato all’interno dei Comuni un gruppo di lavoro, che ha allestito un documento condiviso dai Municipi. Un documento che illustra il ruolo di prossimità svolto dalle polizie comunali.
È pure stato allestito un sondaggio fra i Municipi, e tutti hanno condiviso la necessità di avere una polizia comunale. Privare i Comuni di una propria polizia significa impedir loro di adempiere ai compiti assegnati al primo ente istituzionale svizzero di prossimità: il Comune, appunto.
Certo, la collaborazione e la coordinazione tra Polcom e della Cantonale sono assolutamente necessarie, ma le due polizie hanno compiti diversi. Optare per una polizia unica significa misconoscere non solo la realtà del nostro Cantone, ma soprattutto togliere al primo livello istituzionale lo strumento per gestire la sicurezza sul proprio territorio. Non solo: il Cantone dovrebbe assumersi un ulteriore importante onere finanziario. Non è infatti immaginabile che i Comuni debbano continuare a pagare per un servizio che più non avranno. Una polizia unica contrasterebbe infine con i principi di Ticino 2020, che il Parlamento ha approvato.
Bene ha fatto quindi il Consiglio di Stato ad istituire un gruppo di approfondimento con rappresentanti delle Polcom e della Polizia cantonale. Gruppo che ha elencato i vari compiti, li ha attribuiti all’ente di polizia che meglio può rispondere alle esigenze, e che ora continua i suoi lavori.
I Comuni ticinesi ribadiscono l’importanza dell’autonomia locale in materia di sicurezza. Se i cittadini non sono, o non si sentono sicuri a causa della criminalità comune, o del disordine, o del degrado, chi per primo deve raccogliere la sfida è l’Autorità comunale.
È dimostrato che l’aumento degli effettivi di polizia, e il loro impiego nelle convenzionali forme di pattugliamento del territorio e di attività giudiziaria, hanno un effetto inferiore a quello immaginato. Occorre dunque esplorare altre vie e imparare a lavorare non solo con i vari attori del sistema penale, ma anche con altri attori della società, investendo nella raccolta dei dati, negli strumenti d’analisi e nel personale necessari per identificare la ripetizione degli eventi, per focalizzare l’attenzione laddove è davvero necessario.
Per un Municipio è assolutamente necessaria una Polizia di prossimità che garantisca un costante pattugliamento sul territorio, la prevenzione e la sorveglianza nei luoghi e nelle situazioni critiche. L’impiego delle pattuglie deve essere sempre basato su un obiettivo di prevenzione specifico, piuttosto che su un impiego di copertura territoriale finalizzato a se stesso.
La polizia di prossimità
Ma che cos’è la polizia di prossimità? Il suo concetto è stato ufficialmente definito dall’Istituto svizzero di polizia: “L’obiettivo è la soluzione durevole dei problemi di sicurezza pubblica (crimine, disordine pubblico, circolazione stradale, inciviltà e paura del crimine) che si realizza decentrando le risorse di polizia, con il partenariato e con il problem solving”.
Anche i piccoli problemi possono essere una preoccupazione importante per i cittadini. La collaborazione della popolazione è fondamentale per risolvere i problemi di sicurezza, perché ogni persona ha competenze che la polizia non possiede e che possono essere utilizzate per risolverli.
I Municipi hanno bisogno di una polizia reattiva e proattiva, capace di coinvolgere la comunità nella soluzione dei problemi. È indispensabile che il cittadino possa identificare il proprio agente di quartiere, non un anonimo, un agente fra i cittadini. All’agente è assegnata permanentemente un‘area ben definita, per avere il tempo di sviluppare conoscenze personali. L’agente della Polcom deve poter studiare i fatti, per agire in anticipo, incoraggiando un rapporto di collaborazione con la popolazione, basato su fiducia, rispetto e supporto reciproci. Alla Polcom il Municipio chiede non solo di reagire alle chiamate d’intervento ma di risolvere anche i problemi.
La conoscenza dei cittadini inizia, per gli agenti di polizia comunale, dalle scuole dell’infanzia e continua sull’arco di tutta la vita fino alle visite alle persone anziane.
Il bisogno di sicurezza è importante, tanto che la reputazione di una località in termini di sicurezza influisce sulle scelte del luogo dove crescere una famiglia, o avviare un’attività. E quando i cittadini non sono, o non si sentono sicuri a causa della criminalità comune, o del disordine, o del degrado, chi per primo deve raccogliere la sfida è il Municipio.
Agli incidenti stradali non si può solo rispondere con il classico intervento di accertamento: le Polcom devono individuare sul territorio i punti critici dove avvengono, promuovendo poi le necessarie misure preventive.
La sicurezza è la sfida d’attualità e del futuro per le autorità municipali e le polizie di prossimità. I Municipi hanno investito e investono risorse ed energie nello sviluppo di moderni approcci, nell’organizzazione delle polizie comunali e nella coordinazione ed il supporto della Polizia cantonale, migliorando, nel contempo, le competenze di polizia locale.
I vantaggi della Polizia comunale
La conoscenza da parte del cittadino dei propri agenti di polizia comunale è fonte di fiducia reciproca. Tale rapporto permette di instaurare una “confidenzialità” tale da permettere l’inizio di inchieste importanti.
Le Polcom possono permettersi di adattare rapidamente il proprio sevizio e questo in base ai reali avvenimenti locali, grazie anche al fatto di avere un contatto diretto e privilegiato con i politici locali.
Con un’unica gestione (vedasi fase COVID) le problematiche locali vengono sistematicamente dimenticate o ignorate. In effetti, le priorità sono unicamente per gli interventi di rilievo a scapito delle piccole richieste che per la centrale cantonale sono poco importanti o banali ma di grande importanza per il singolo cittadino che si trova in difficoltà.
Una polizia unica, risulterebbe poco interattiva con le varie realtà comunali e poco democratica. In realtà gestita da solo 1 politico ed 1 solo comandante.