Felice Dafond - Candidato Elezioni Federali

Felice Dafond

Intervento FD Polizia ticinese in Commissione GC 27.06.2022

Inizio ricordando che i Comuni ticinesi, per il tramite di ACT e dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi, hanno voluto assieme affrontare e spiegare i motivi e l’importanza della polizia comunale sul loro rispettivo territorio, così da permettere ai Municipi di questo Cantone di poter adeguatamente e concretamente svolgere la funzione di prossimità.

E’ stato creato all’interno dei comuni un gruppo di lavoro, è stato allestito un documento che è poi stato presentato e condiviso in tutti i Municipi del Cantone. Documento che illustra il concetto di polizia di prossimità svolto dalle polizie comunali.

E’ pure stato allestito un sondaggio fra tutti i Municipi e tutti hanno condiviso la necessità della Polcom per ogni singolo Comune. Il sondaggio è stato chiaro e univoco nel mantenimento della situazione attuale.

Altrimenti detto togliere oggi ai Municipi la Polcom significa impedir loro di adempiere ai compiti che noi riconosciamo al primo ente istituzionale svizzero di prossimità: il Comune.

Certo che la collaborazione e la coordinazione delle Polcom e della Polizia cantonale, sono necessarie per entrambi, ma le due polizie hanno compiti diversi.

Una pulizia unica significa misconoscere non solo la realtà del nostro Cantone, ma soprattutto togliere al primo livello istituzionale lo strumento per conoscere e intervenire sulla propria realtà.

Significherebbe anche che il Cantone dovrà assumersi un ulteriore importante onere finanziario. Non è infatti immaginabile che le Polcom passino al cantone e i comuni debbano continuare a pagare per un servizio che più non daranno. Contrasterebbe crassamente con i principi di TI 2020 che il Parlamento ha voluto e approvato.

Bene ha fatto quindi il Consiglio di Stato ad istituire un gruppo di approfondimento con rappresentanti delle Polcom e della Polct. Gruppo che ha elencato i vari compiti e che li ha poi attribuiti all’ente di polizia che meglio può dare risposta, e che ora continua i suoi lavori.

I Comuni ticinesi ritengono e sottolineano l’importanza dell’autonomia locale in materia di sicurezza.

Se i cittadini non sono, o non si sentono sicuri a causa della criminalità comune, o del disordine, o del degrado, chi per primo deve raccogliere la sfida è, solitamente, l’Autorità comunale.

E’ dimostrato che l’aumento degli effettivi di polizia, e il loro impiego nelle convenzionali forme di pattugliamento del territorio e di attività giudiziaria, hanno un effetto inferiore a quello ritenuto. Occorre esplorare altre vie ed imparare a lavorare non solo con i vari attori del sistema penale, ma anche con altri attori della società, investendo nella raccolta dei dati, negli strumenti d’analisi e nel personale necessari per identificare la ripetizione degli eventi, per focalizzare l’attenzione laddove è davvero necessario.

Per un Municipio è assolutamente necessaria la Polizia di prossimità e il pattugliamento appiedato, come pure della Polizia orientata ai problemi, della prevenzione dei luoghi e della sorveglianza dei punti caldi, che una polizia orientata alla prossimità permette appunto d’integrare.

L’impiego delle pattuglie deve essere sempre basato su un obiettivo di prevenzione specifico, piuttosto che su un impiego di copertura territoriale finalizzato a se stesso.

Ma che cos’è la polizia di prossimità? Il suo concetto è stato ufficialmente definito dall’Istituto svizzero di polizia, quale: “Strategia di polizia, il cui obiettivo è la soluzione durevole dei problemi di sicurezza pubblica (crimine, disordine pubblico, circolazione stradale, inciviltà e paura del crimine), che si realizza decentrando le risorse di polizia, con il partenariato e con il problem solving.”

Anche i piccoli problemi possono essere una preoccupazione importante per i cittadini. La collaborazione della gente è fondamentale per risolvere i problemi di sicurezza, perché ogni persona ha competenze che la polizia non possiede e che possono essere utilizzate per risolverli.

I Municipi hanno bisogno di una polizia reattiva e proattiva, capace di coinvolgere la comunità nella soluzione dei problemi. E’ indispensabile che il cittadino possa identificare il proprio agente di quartiere, non un anonimo, un agente fra i cittadini, l‘autoveicolo è abbandonato per favorire il contatto personale. All’agente è assegnata permanentemente un‘area ben definita, per avere il tempo di sviluppare conoscenze personali. L’agente della Polcom deve poter studiare i fatti, per agire in anticipo, prima che i problemi occorrano, incoraggiando un rapporto di collaborazione con la popolazione, basato sulla reciproca fiducia, rispetto e supporto.

Alla Polcom il Municipio chiede non solo di reagire alle chiamate d’intervento ma di risolvere anche i problemi.

La conoscenza dei cittadini inizia, per gli agenti di polizia comunale, dalle scuole dell’infanzia e continua sull’arco di tutta la vita fino alle visite alle persone anziane.

Si ritiene necessario creare dei servizi focalizzati sui problemi di sicurezza più sensibili, seguendo modalità alternative al mero pattugliamento e controllo esterno.

Il bisogno di sicurezza è importante, tanto che la reputazione di una località in termini di sicurezza influisce sulle scelte del luogo dove crescere una famiglia, o avviare un’attività. E quando i cittadini non sono, o non si sentono sicuri a causa della criminalità comune, o del disordine, o del degrado, chi per primo deve raccogliere la sfida è il Municipio.

Agli incidenti stradali non si può solo rispondere con il classico intervento di accertamento ma le Polcom devono individuare sul territorio i punti neri dove avvengono gli incidenti promuovendo poi le necessarie misure sulle strade, stimolando i processi di risoluzione dei problemi coinvolgendo i partner: la cosiddetta figura dell’Addetto alla sicurezza.

La sicurezza è la sfida d’attualità e del futuro per le autorità municipali e le polizie di prossimità. Essa è diventata una delle questioni rilevanti nella vita sociale e politica.

I Municipi hanno investito e investono risorse ed energie nello sviluppo di moderni approcci, nell’organizzazione delle polizie comunali e nella coordinazione ed il supporto della Polizia cantonale, migliorando, nel contempo, le competenze di polizia locale.

I Municipi hanno da sempre una posizione strategica privilegiata in tema di sicurezza

Ai Comuni spettano i compiti di:

  • attribuire nuovi compiti alle polizie comunali solo se coerenti con la polizia di prossimità;

  • riorganizzazione le polizie comunali per semplificare il processo decisionale e la collaborazione con la polizia cantonale, nell’ottica della prossimità;

  • creare e sviluppare strumenti di raccolta e di analisi dei dati, per mappare gli eventi e rendere le mappe fruibili dalle pattuglie;

  • instaurare un modello di pattugliamento basato sui punti caldi e stimolazione del pattugliamento appiedato;

  • sviluppare servizi di prevenzione locali, in tema di sicurezza urbana, per monitorare i problemi e sviluppare strategie per anticipare i problemi di sicurezza localmente;

  • costituire un servizio sensibile di polizia nel lavoro di prossimità, in seno ai poli, nell’ambito circolazione;

  • controllare la situazione degli incidenti sul proprio territorio per valutare le misure (proprio Addetto alla sicurezza).

    I Comuni ticinesi ritengono che mantenere le polizie comunali significa garantire una migliore qualità della vita ai propri cittadini. E i Municipi occupano una posizione strategica e privilegiata. Sviluppare gli strumenti della polizia di prossimità è l’obiettivo di lungo termine di tutti i Municipi che dovranno costituire e/o potenziare i servizi di prevenzione locali, affinché monitorizzino i problemi di sicurezza e sviluppino strategie per anticipare i problemi di sicurezza localmente.

    La conoscenza da parte del cittadino dei propri agenti di polizia comunale è fonte di fiducia reciproca. Tale rapporto permette di instaurare una “confidenzialità” tale da permettere l’inizio di inchieste importanti.

    Le Polcom possono permettersi di adattare rapidamente il proprio sevizio e questo in base ai reali avvenimenti locali, grazie anche al fatto di avere un contatto diretto e privilegiato con i politici locali.

    Con un’unica gestione (vedasi fase COVID) le problematiche locali vengono sistematicamente dimenticate o ignorate. In effetti, le priorità sono unicamente per gli interventi di rilievo a scapito delle piccole richieste che per la centrale cantonale sono poco importanti o banali ma di grande importanza per il singolo cittadino che si trova in difficoltà.

    Una polizia unica, risulterebbe poco interattiva con le varie realtà comunali e poco democratica. In realtà gestita da solo 1 politico ed 1 solo comandante.

    In conclusione, non si comprende perché cambiare il sistema attuale che funziona; le statistiche sulla sicurezza in Ticino lo attestano.

    Felice Dafond
    27 giugno 2022 Presidente ACT